DATA & ORA

martedì 9 novembre 2010

La Rolleiflex bi-ottica tedesca, prodotta dalla Rollei.
























LA STORIA:
Nel 1800 era nata l'idea della fotocamera biottica per evitare i continui scambi vetro smerigliato / portalastre; si trattava di fotocamere "doppie" in cui la parte superiore serviva alla messa a fuoco e quella inferiore per esporre la lastra. Furono essenzialmente fotocamere da studio, a soffietto, ma non mancarono le biottiche da "usare a mano libera" costruite sul principio delle cassette scorrevoli e proprio quest'ultime rappresentano il caso più interessante perchè aprirono la strada alla biottica del '900. Nel 1800 tuttavia le biottiche non ebbero molto successo sebbene la pubblicità sostenesse che era possibile controllare l'inquadratura anche a macchina carica (!), quindi passeggiare con la macchina già pronta allo scatto (!!) e senza dover usare il treppiede (!!!). Ovviamente tutto questo veniva vanificato dall'ingombro della fotocamera e dalla bassa sensibilità delle lastre, quindi fu necessario aspettare l'evoluzione tecnologica del primo '900 per avere una biottica piccola e maneggevole. Fra il 1910 ed il 1920 tre cose accelerarono bruscamante lo sviluppo delle fotocamere: il definitivo affermarsi delle pellicole in rotolo, il perfezionamento della stampa della lamiera di acciaio a freddo e la riduzione delle tolleranze nelle lavorazioni meccaniche. La conseguenza fu immediata: le macchine fotografiche diventarono di metallo, più piccole e più leggere, con maggiore autonomia e più precise. Le dimensioni crollarono ad un quarto della media precedente, le prestazioni salirono di colpo. Il fenomeno, che fu esteso a tutti i tipi di fotocamere, rese possibile anche la costruzione della Rolleiflex, che ha un ottimo rapporto fra le dimensioni, il peso e la superficie del suo negativo, forse il migliore in assoluto. Se si aggiunge che la Rolleiflex era semplice e robusta, utilizzava otturatori Compur ed obiettivi Zeiss è facile intuire che esistevano tutti i presupposti per un successo duraturo. Protagonisti di questa storia furono Paul Franke e Reinhold Heidecke, entrambi ex-dipendenti della Voigtlander e soci fin dal 1921. Non a caso le origini della Rolleiflex sono legate alla fotocamera Stereflektoskop della Voigtlander, prodotta fra il 1913 e il 1930. E' evidente che F&H misero a frutto le esperienze maturate nell'industria fotografica più antica del mondo e la loro prima macchina Heidoscop (1921) è palesemente copiata dalla Stereflektoskop. La Heidoscop è una stereoscopica dotata di tre ottiche: due per la ripresa ed una per la visione.
Quando alla Heidoscop fu applicato il dorso per pellicola in rullo nacque il modello Rolleidoscop (1926), probabilmente la migliore fotocamera stereoscopica del '900, dopo di che la Rolleiflex (1928) fu solo il risultato dell'intuizione che dall'ottima macchina stereo si poteva derivare una biottica eliminando uno degli obiettivi destinati alla ripresa e impostandone lo sviluppo in verticale piuttosto che in orizzontale. Nel corso di questa operazione fu recuperato il sistema di messa a fuoco a cassette scorrevoli della Stereflektoskop che si era perso nella Heidoscop, così la Rolleiflex assomiglia molto più alla fotocamera di partenza che alla Heidoscop. Curiosamente (casualmente?) è facile osservare che gli stessi nomi raccontano la storia dei modelli: dalla Stereflektoskop riprogettata da Heidecke (Heidoscop) si passò al modello per pellicola in rullo (Rolleidoscop) per arrivare alla reflex a rullo (Rolleiflex).

La Rolleiflex ebbe sempre la leadership delle biottiche; F&H ebbero la genialità o la fortuna di realizzare fin dall'inizio un prodotto maturo, tale che la filosofia della macchina rimase inalterata nei successivi 50 anni. Le modifiche che distinguono un modello dall'altro servirono solo per adeguarla alle innovazioni tecniche del tempo mentre le dimensioni ed il peso rimasero sempre sostanzialmente invariate.

Storicamente la Rolleiflex ha una importanza che travalica l'era della biottica: il suo apparire risvegliò l'interesse per il sistema reflex e dimostrò che era possibile costruire una macchina piccola e leggera, che superava gli svantaggi e conservava i benefici di questo sistema.
Forse non è un caso che dopo pochi anni altri costruttori iniziarono a progettare la monoreflex dell'era moderna. 

ROLLEIFLEX 2,8 GX - L'ULTIMA DELLA NOBILE STIRPE
La 2,8 GX da considerare a tutti gli effetti una edizione speciale della storica Rolleiflex, le cromature dei particolari, degli angoli e del pozzetto, il rivestimento in pelle di coccodrillo e il logo Rolleiflex con grafica ante guerra, ne fanno un prestigioso oggetto di culto collezionistico. Dall' Aprile 2002 questo gioiello che fa anche fotografie, insieme alla Baby (una sfiziosa Rolleiflex in miniatura), l'unica vera Rolleiflex sopravvissuta, a testimonianza del fatto che "le buone idee non invecchiano mai".
Questa fotocamera la sintesi della fotografia professionale, dal dopoguerra alla fine degli anni sessanta, al punto che il fotoreporter con la Rolleiflex biottica sopra la testa, per puntare il soggetto anche fra una folla di colleghi, diventata un'icona del fotogiornalismo, i paparazzi della dolce vita romana di felliniana memoria furono emblematici, rimanendo nella storia e nella leggenda di quel particolare momento storico 
e di costume, insieme alle loro biottiche.


Una grossa manopola sul fianco sinistro della fotocamera, regola la focheggiatura, con chiare indicazioni delle distanze (in bianco quelle in metri), e della profondita' di campo in base al diaframma impostato, con tacche gialle di riferimento.
Sempre sul fianco sinistro c'e' la manopola di regolazione della sensibilit pellicola, da 25 a 6400 ISO e la slitta flash per lampeggiatori dedicati SCA300.
La lettura dell'esposizione TTL con prevalenza della zona centrale e la gestione del flash dedicato anch'essa TTL con misurazione sul piano della pellicola, l'unico dispendio di energia delle batterie viene da questi componenti, essendo il resto delle funzioni totalmente meccanico.
L'obiettivo di visione e' un Heidosmat 80 mm f2.8, mentre quello di ripresa e' un pregevole Planar 80 mm f2,8 che la Rollei produce su licenza Zeiss.
L'otturatore e' il classico Syncro-Compur meccanico e centrale, con tempi da 1/500 a posa B, come per tutti gli otturatori di questo tipo la sincronizzazione flash e' su tutti i tempi.
 
Una grossa manopola sul fianco sinistro della fotocamera, regola la focheggiatura, con chiare indicazioni delle distanze (in bianco quelle in metri), e della profondita' di campo in base al diaframma impostato, con tacche gialle di riferimento.
Sempre sul fianco sinistro c'e' la manopola di regolazione della sensibilit pellicola, da 25 a 6400 ISO e la slitta flash per lampeggiatori dedicati SCA300.
La lettura dell'esposizione TTL con prevalenza della zona centrale e la gestione del flash dedicato anch'essa TTL con misurazione sul piano della pellicola, l'unico dispendio di energia delle batterie viene da questi componenti, essendo il resto delle funzioni totalmente meccanico.
L'obiettivo di visione e' un Heidosmat 80 mm f2.8, mentre quello di ripresa e' un pregevole Planar 80 mm f2,8 che la Rollei produce su licenza Zeiss.
L'otturatore e' il classico Syncro-Compur meccanico e centrale, con tempi da 1/500 a posa B, come per tutti gli otturatori di questo tipo la sincronizzazione flash e' su tutti i tempi.
LE VERSIONI SPECIALI DELLA ROLLEIFLEX 2,8 FX
Negli anni si sono succedute varie versioni speciali della Rolleiflex 2,8 FX, il modello precedente la GX, vere opere d'arte per fare fotografie, con finiture che impreziosiscono ulteriormente un oggetto nato per sfidare il tempo, queste immagini delle Rolleiflex speciali, le pubblichiamo su gentile concessione di Roberto Mirandola, appassionato fotografo e collezionista al pari di Altair, l'autore dell'immagine nel pozzetto di mira della 2,8 GX (in realta' scattata con una Rolleicord).
Per accedere alla galleria delle Rolleiflex 2,8 FX speciali, fate clic sull'immagine della splendida ROYAL sotto.

La Rolleiflex 2,8 FX Royal una delle tante versioni speciali della 2,8 FX

La Rolleiflex 2,8 GX e' una fotocamera per chi sa apprezzare la fotografia allo stato puro, dove la meccanica e la proverbiale affidabilita', sono affiancate da prestazioni ottiche senza compromessi e da un sistema fotografico come il TLR, che il massimo per chi vuole fare fotografia ai massimi livelli qualitativi e creativi. Il mercato e' ora fagocitato da automatismi ed elettronica, la 2,8 GX ha preso il meglio di queste prerogative offerte dall'elettronica, ma tutto il bello e il meglio della meccanica e dell'ottica made in Germany, sono ancora li a deliziare chi sa apprezzare, il valore delle buone idee che non invecchiano mai.



Nessun commento: